Villa Necchi Campiglio
Arte, spazi e gusto: un viaggio nel tempo
Eccellenze italiane, eccellenze milanesi, se vogliamo sperimentare completamente queste eccellenze dove recarsi se non a Villa Necchi Campiglio?
Eccellenza urbanistica per la collocazione geografica, paesaggistica per il giardino incantevole, eccellenza architettonica per il suo presentarsi esternamente, e poi altrettanto per gli interni dove possiamo esplorare il sapiente progetto sia per la distribuzione degli spazi, sia per le scelte di arredo e decoro, quelle cromatiche e dei materiali. Giustamente definita “custode di strepitosi capolavori d’arte, dove si respira ancora intatta l’atmosfera del bel mondo della Milano tra le due guerre”.
Straordinaria la relazione con gli spazi esterni, le suppellettili, le finiture, gli accessori (soprattutto se si evitano certe sovrapposizioni stilistiche successive all’intervento dell’architetto Portaluppi).
È una lezione autonoma e potente quella che offre la Villa. L’architetto Portaluppi deve essersi divertito e appassionato con tutta l’anima nel realizzare questo capolavoro, sembra di poter visualizzare i disegni dei prospetti, dei dettagli, delle porte, del giardino d’inverno, nei frangisole, degli arredi, dei corrimano, dei bagni, del ferma porte…
Nulla fu lasciato al caso, egli si dedicò al progetto nella sua totalità. Un buon progetto si rivela perché nulla deve essere marginale, bensì tutto deve concorrere alla visione dell’insieme, una lezione sul campo che solo una visita guidata può restituire completamente. Durante la visita si vive una sorta d’incanto che grazie al giardino, alla caffetteria e allo store non termina alla fine della visita degli interni della Villa, sarebbe troppo difficile tornare alla realtà meglio stemperare godendo ancora della bellezza diffusa che questo luogo salvaguarda.
Viene da fantasticare con i miei allievi, si sogna di vivere qui in questa bellezza che ricorda più la campagna che il pieno centro di una grande città. Sono questi luoghi che ci fanno immaginare un mondo più bello e possibile.
Se penso profondamente al privilegio che abbiamo nel poter beneficiare di questo posto mi sento di suggerire a tutti quelli che passano da queste parti di deviare il percorso, di sospendere tutto quello che si sta facendo di organizzare una visita a Villa Necchi Campiglio perché altro modo non c’è che quello di percepire con i sensi quello che offre.
È necessario ricordare che le visite sono gestite da volontari che mettono a disposizione il loro tempo per salvaguardare questo patrimonio del Fai, Fondo Ambiente Italiano che è un’organizzazione che meriterebbe il sostegno di tutti i cittadini e non solo quelli italiani. Il Fai salvaguarda e promuove la bellezza del nostro Paese e se è vero che la bellezza salverà il mondo grazie al Fai siamo tutti un po’ più salvi.
I miei studenti ed io questo lo abbiamo sperimentato più volte, gli studenti stranieri soprattutto escono da questa esperienza come se si fossero modificati i loro termini di paragone. Non male direi!
Eccellenza urbanistica per la collocazione geografica, paesaggistica per il giardino incantevole, eccellenza architettonica per il suo presentarsi esternamente, e poi altrettanto per gli interni dove possiamo esplorare il sapiente progetto sia per la distribuzione degli spazi, sia per le scelte di arredo e decoro, quelle cromatiche e dei materiali. Giustamente definita “custode di strepitosi capolavori d’arte, dove si respira ancora intatta l’atmosfera del bel mondo della Milano tra le due guerre”.
Straordinaria la relazione con gli spazi esterni, le suppellettili, le finiture, gli accessori (soprattutto se si evitano certe sovrapposizioni stilistiche successive all’intervento dell’architetto Portaluppi).
È una lezione autonoma e potente quella che offre la Villa. L’architetto Portaluppi deve essersi divertito e appassionato con tutta l’anima nel realizzare questo capolavoro, sembra di poter visualizzare i disegni dei prospetti, dei dettagli, delle porte, del giardino d’inverno, nei frangisole, degli arredi, dei corrimano, dei bagni, del ferma porte…
Nulla fu lasciato al caso, egli si dedicò al progetto nella sua totalità. Un buon progetto si rivela perché nulla deve essere marginale, bensì tutto deve concorrere alla visione dell’insieme, una lezione sul campo che solo una visita guidata può restituire completamente. Durante la visita si vive una sorta d’incanto che grazie al giardino, alla caffetteria e allo store non termina alla fine della visita degli interni della Villa, sarebbe troppo difficile tornare alla realtà meglio stemperare godendo ancora della bellezza diffusa che questo luogo salvaguarda.
Viene da fantasticare con i miei allievi, si sogna di vivere qui in questa bellezza che ricorda più la campagna che il pieno centro di una grande città. Sono questi luoghi che ci fanno immaginare un mondo più bello e possibile.
Se penso profondamente al privilegio che abbiamo nel poter beneficiare di questo posto mi sento di suggerire a tutti quelli che passano da queste parti di deviare il percorso, di sospendere tutto quello che si sta facendo di organizzare una visita a Villa Necchi Campiglio perché altro modo non c’è che quello di percepire con i sensi quello che offre.
È necessario ricordare che le visite sono gestite da volontari che mettono a disposizione il loro tempo per salvaguardare questo patrimonio del Fai, Fondo Ambiente Italiano che è un’organizzazione che meriterebbe il sostegno di tutti i cittadini e non solo quelli italiani. Il Fai salvaguarda e promuove la bellezza del nostro Paese e se è vero che la bellezza salverà il mondo grazie al Fai siamo tutti un po’ più salvi.
I miei studenti ed io questo lo abbiamo sperimentato più volte, gli studenti stranieri soprattutto escono da questa esperienza come se si fossero modificati i loro termini di paragone. Non male direi!
Grazie Fondo ambiente Italiano! Noi siamo con te!
Villa Necchi Campiglio